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Channel: L’altro Mondo – Il Portinaio
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CUP NOODLES ( PASTA? NOT PASTA?)

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E’ la pubblicità dell’anno!
I giapponesi sono arrivati fino a casa nostra per chiederci se i loro Cup Noodles assomigliano a una pasta.
Napoli risponde.
Esilarante!

Il Portinaio


KAWAII MONSTER CAFE’

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Ha aperto ieri il bar più colorato del mondo.
Ovviamente a Tokyo.
Da un’idea di Sebastian Masuda, visionario artista addicted del mondo kawaii.
Il quartiere Harajuku avrà finalmente il posto giusto per lolite gotiche, mio mini pony antropomorfi e ragazzine con un senso estetico tutto loro.

kawaii monster cafè harajuku
Ad accogliervi troverete cameriere con parrucche ignifughe e abiti fluorescenti pronte a mandarvi il fegato in tilt.
Il bancone del bar è una specie di medusa viola, i tavolini sembrano giostre uscite dal Paese delle Meraviglie e la tea room assomiglia all’ incubo di un diabetico.

kawaii monster cafè harajuku
Il menù è allucinante: spaghetti colorati con vomito di unicorno, popcorn modificati geneticamente, cose fritte che meglio non sapere, bistecca di pollo accompagnata con cioccolato, broccoli e salsa di essenza di drago.

kawaii monster cafè harajuku
Se volete solo bere qualche cosa, dissetatevi con cocktail analcolici e ghiaccio luminoso, frullati celestiali di tapioca, lacrime di angelo mischiate al mango e frutta fresca spacciata come elisir di lunga vita.

kawaii monster cafè harajuku
Non fatevi domande in questo bar. Presentatevi vestiti in modo (in)decente, non come dei geometri del catasto.
Se poi non vorrete più uscire, state tranquilli sul sito del Cafè c’è anche la sezione Recruit.
Devi avere più di 18 anni, essere uomo, donna o transgender.
Devi incarnare l’icona del kawaii, essere attento al look e ispirarti alle 5 Monster girls che sono: Baby, Dolly, Candy, Nasty e Crazy.
Qui sotto una foto.

kawaii monster cafè harajuku
Se soddisferete l’esigenza dell’ufficio del personale il mondo di Harajuku non avrà più segreti.
Lo stipendio non è un granchè: 1000 Yen all’ora con l’aumento dopo mezzanotte e il rimborso delle spese di viaggio.

kawaii monster cafè harajuku
Il motto è questo: Belli, poveri e vagamente fuori di testa.

Il Portinaio
Per il sito cliccate QUI
Tutte le foto sono di Tokyo Fashion.com

 

KAWAII METAL

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Messa da parta la mia ossessione per Kyary Pamyu Pamyu ho scoperto le Lady Baby, minorate nipponiche che hanno avuto un guizzo di genio, mescolare il J-Pop kawaii con il metal più hard core. Come se Cristina D’avena duettasse con i Pantera, come se Orietta Berti facesse da corista ai Rage Against the Machine.
Il risultato è stupefacente. Tutti i palati sono stati soddisfatti.

Il “ruttatore” è Lady Beard (レディ・ビアード ) stravagante biondo barbuto che si traveste da lolita giapponese. Di origine australiana, vanta una carriera come wrestler e soprattutto come cantante hard core. Pare che dopo un viaggio in Giappone non si sia più ripreso.
Il suo motto è: Sing, Dance and Destroy!

Le altre due scellerate che cantano in playback sono (金子理江) Kaneko Rie e (黒宮れい) e Kuromiya Rei che scompaiono di fianco all’uomo barbuto.

Lady baby レディ・ビアード
In Europa abbiamo la ben più intonata Conchita Wurst, ma sicuramente meno divertente.
Guardatevi tutti i video sono una spasso!

Il Portinaio

Qui sotto il tutorial per imparare il balletto da fare in spiaggia per scioccare le nonne!

IL GIOCATTOLO DEFINITIVO

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Uscirà quest’anno, non si sa quando.
E’ il giocattolo definitivo, che tutti dobbiamo avere.
Ecco a voi Il David di Michelangelo versione Action Dolls con tanto di arti semovibili, pisello in bella vista e faccia da furbetto.

david action doll

E’ proprio come la statua vera, ma la puoi muovere e mettere in varie posizioni.
Finalmente potrà liberarsi da quella postura del cavolo con il gomito piegato.
Potrà mangiare con voi, dormire nel vostro letto e farvi compagnia sotto la doccia.

david action doll
Mi raccomando tenetelo lontano dalle vostre mamme, perchè lo sappiamo tutti che davanti a quella statua l’ipnosi del “pendolo” è assicurata.
Prodotto dall’azienda Figma, David arriverà nei prossimi mesi sul mercato e dovrebbe costare all’incirca sui 5000 Yen.
Se volete farvi un giro sul sito sono già in vendita la Venere di Milo, con tanto di braccia aggiuntive (così potete costringerla a lavare i piatti insieme a Barbie ) e il Pensatore di Rodin.

david di donatello

Il Portinaio

30 ANNI DI KISS ME LICIA (愛してナイト )

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Oggi la serie animata Kiss Me Licia compie trent’anni. Nel 1985 tutta l’Italia s’innamorò della travagliata relazione della sciatta Licia e del rockettaro Mirko dal ciuffo rosso.
L’autrice del manga, Kaoru Tada, invece morì di emorragia cerebrale 14 anni dopo nel 1999 cadendo durante un trasloco.
Minchia che bella notizia.
Scusate vi ho rovinato la giornata.
Rifacciamo.
Oggi il cartone animato preferito del Portinaio compie 30 anni.
Licia, l’adorata cameriera del ristorante di Okonomiyaki Mambo e Mirko glam rocker dai capelli bicolore rimarranno sempre nei nostri cuori come la coppia meno assortita della televisione. Lei cheap come una vetrina di Terranova e lui con il senso estetico di un pavone daltonico.
C’è molta differenza fra l’anime e il fumetto.
Una su tutti è che nel manga Mirko e Licia si accoppiano. Fanno solo una missionaria, tra l’altro mal disegnata e con delle battute degne di un Harmony anni 80.

“Stanotte voglio che tu diventi mia”

La mattina dopo la tenera Licia si sveglia tutta spettinata e con le doghe del letto scassate. La prima cosa che pensa è:

“Sembra un sogno, ma non lo è. Non sono più vergine”.

Ma va?
Ci avete messo cinque volumetti per finire orizzontali. Quando si è giovani e freschi bisogna darla via come un fresbee, perchè ogni lasciata è persa, ma soprattutto dove la trovi una star di successo che fa il filo a una povera ragazza di periferia con un padre vedovo che frigge e ascolta musica popolare?
Certe cose accadono solo nei fumetti. :-(
Da piccolo avevo l’album delle figurine di Kiss me licia e niente più. Non c’è stato un merchandising esagerato, forse perchè in Giappone i Beehive & Co. non se li cagava nessuno.
Nell’etere si trova giusto un peluche del gatto Giuliano

giuliano
Qualche straccetto per asciugare i piatti

giuliano kiss me licia merchandising
Una borsa alla moda in eco pelle bio rossa con i disegni dei protagonisti che ti fa sudare appena la tocchi

kiss me licia merchandising
La spaventosa Barbie tarocca di Licia che sembra più una Winx in stato confusionale davanti al Cocoricò.

bambola kiss me licia
Ancora più inquietante Andrea. Un misto fra Chucky la bambola assassina e un nanetto di Biancaneve con i piedi gonfi.

kiss me licia
Questo invece ve lo ricordate?

kiss me licia
Era l’arnese elettronico che usava Andrea durante la serie per scoprire la percentuale d’amore giornaliera che c’era fra Licia e Mirko. Una specie di Gameboy divinatorio per ossessionati della vita di coppia.
Pare fosse molto famoso negli anni 80 in Giappone.
Qui sotto potete vedere il tutorial.

Rivedere la prima puntata mi ha un po’ spaventato.
Se io vedessi un bambino “in giorno di pioggia” sotto un tubo di cemento con i capelli blu, vestito male e con un gatto obeso filerei diritto per la mia strada.
Ma solo perchè mi verrebbe in mente Damien del film horror anni 70

omen damien 70

e anche nella versione remake.

omen damien

Poi Toshio di The grudge

the grudge

o peggio il minorenne alienato del Villaggio dei dannati.

bambino villaggio dei dannati
Quindi se fossi stato Licia non avrei mai incontrato Mirko e tutta la sua band di scalmanati.
Non avrei conosciuto quell’antipatica di Marika e Shiller, il clone di Renato Zero.
Sarebbe stata una vita d’inferno, dietro i fornelli a cucinare, sempre con quel cazzo di grembiulino, le calzine bianche e gli zoccoletti del dottor Scholls.
Facciamo gli auguri a questa ragazza, che oggi non sappiamo dove sia finita, ma semmai la sfortunata Kaoru dovesse reincarnarsi le chiederei solamente di (ri)disegnarla più sexy!

licia

Buon anniversario Licia.

Il Portinaio

Se volete rivedere tutta la serie in tre minuti e mezzo non perdetevi il video di quel genio di Stefano Piffer.

SAILOR CUP NOODLE

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Dopo Pasta/NotPasta questa è una delle pubblicità migliori in circolazione.
Ricordatevi che noi abbiamo quei noiosi di Barilla.

Il Portinaio

NEKO SAMURAI

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Neko Samurai racconta la storia di un ronin, Kyutaro Madarame, (l’attore Kazuki Kitamura) molto temuto, ma caduto in disgrazia.
Un giorno, passeggiando per strada si ritrova nel bel mezzo di una rissa fra due bande. Motivo della lite una diatriba che dura da centinaia di anni: l’eterna lotta fra l’amore per i cani o i gatti.
Kyutaro, costretto a malincuore a patteggiare per la banda cinofila, dovrà uccidere il gatto preferito del capo della banda felina.

neko samurai
Mentre sta per compiere il terribile omicidio, il piccolo gattino bianco gli fa un occhiolino e il sanguinario ronin s’innamora perdutamente dell’animale.
Inizia così un’avventura grottesca in pieno stile nippo-trash fra katane, lettiere e croccantini.
E’ un “must see”. Parola di Portinaio e dei registi Takeshi Watanabe e Yoshitaka Yamaguchi.

Il Portinaio

THE EXTREME MINUET (World’s Fastest Orchestra)

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Prendete 43 bicchieri della stessa misura.
Riempiteli in quantità diverse con del liquido per ricreare specifiche note musicali.
Mettete i vostri bicchieri in fila indiana.
Cercate 43 persone che abbiano una mira eccellente. Magari degli arcieri o dei campioni di freccette. Vestiteli come dei farmacisti. Consegnate a uno di loro una moneta d’argento.
Chiedetegli di tirare la moneta, uno alla volta.
Ecco l’orchestra più veloce del mondo.
Da un’idea dell’agenzia Party per pubblicizzare la bevanda Suntory Shuchu Regain, il video sembrerà un tintinnio rapido di pochissimi secondi.
Ma se ascoltato al rallentatore lo spot “suonerà” il Minuetto di Mozart.
La scienza si sposa con la creatività.

Il Portinaio


BIG IN JAPAN (Come diventare famoso in Giappone Vol.1)

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Se hai una bella presenza e sogni di diventare un idolo delle masse e in più vuoi vivere in Giappone, perchè non provi ad affidarti a delle agenzie specializzate?
Pare che in Sollevate agli stranieri capiti spesso di finire in tv per comparsate e a volte sono pure pagati.
Ho amici che hanno fatto piccoli cameo in fiction televisive (chiamate Dorama) e altri che hanno arrotondato lo stipendio girando spot televisivi senza senso.
Persino io ce l’ho fatta. Quindi possono farcela tutti.
Allora fanculo il nostro belpaese con le sue mille repliche del Grande Fratello e di X Factor. Puntiamo all’Oriente e rubiamo lo scettro al più noto italiano in Giappone: Girolamo Panzetta.
(Se volete sapere qualcosa su di lui cliccate QUI e QUA)
Non tutti conoscono tale Rosa Kato, bellissima napoletana nata da padre partenopeo e madre giapponese.
Come tutte le razze miste ha avuto il culo di prendere la parte più bella di entrambe le etnie.

Ha iniziato proprio con una trasmissione che insegnava italiano ai giapponesi. (La stessa a cui ho partecipato anche io!!! QUI un contributo video)
Dopo varie apparizioni pubblicitarie e piccole parti in telefilm sfonda con la serie Jotei, storia tristissima di una ragazza orfana di madre a cui muore il fidanzato e finisce a fare l’intrattenitrice notturna in locali per soli uomini, scendendo sempre di più nel torbido oblio della disperazione.
Da lì la sua stella ha iniziato a brillare, la carriera di attrice l’ha portata a sposare il giocatore di calcio Daisuke Matsui.
Le sue ultime apparizioni risalgono al 2008 nel film Faraway Heaven (storia di un’aspirante suicida…e daje MAINAGIOIA) e nella commedia Detroit Metal City.
Se qualcuno avesse sue notizie non esiti a farmelo sapere.

Come ho detto prima, per avere una carriera come la Rosa bisogna appoggiarsi a qualche agenzia.
In Giappone ce ne sono tante, dopo un’accurata ricerca ho scoperto che alcune sono un po’ truffaldine.
Come la IMO nota per essere la più antica recruitment di modelli e forse immanicata con la malavita.
Secondo l’internet a volte gli aspiranti talenti non vengono pagati e nonostante le mail di minaccia gli agenti preferiscono avere conversazioni via telefono, così da non lasciare traccia e prove per qualche azione legale. QUI il loro sito di una modestia incredibile.
Se invece vi sentite più da carta stampata e il vostro sogno era apparire nel Postal Market come modello dei calzini, affidatevi a Echoes. Ci sono ragazzi e ragazze di tutte le età ed etnie.
Anche se siete dei tappetini di spugna per il cesso non preoccupatevi da Echoes c’è un posto anche per voi. (QUA la lista degli aitanti macho men)
Bisogna far fronte alla crisi e noi italiani siamo bravissimi a reinventarci

leon girolamo panzetta

autocelebrarci

viaggio in giappone

o girare spot di materassi.

NONNE GIAPPONESI (e tutto il resto)

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Non sono fuggito. State tranquilli ho solo avuto in ordine sparso: cistite, dissenteria, stati febbrili e visioni tenebrose.
Invece di guardare la tv ho passato giorni a letto a vagare per la rete.
Ho scoperto un sacco di cose, scovato personaggi curiosi e scritto un po’.
Il bello della dissenteria è che ti porta via quel filo di pancia “estiva” e puoi rientrare nei tuoi mitici jeans.
Secondo me è colpa loro se mi è venuta la cistite, erano troppo stretti, ma io cocciuto che sono li ho indossati per tre giorni di seguito e ho rischiato pure il varicocele e la perdita del testicolo destro.

japan fart hokusai
Miniature Space è il primo giapponese che mi ha incantato.
Cuoco matto che cucina con le pentole (vere) delle bamboline.
Fa tutto: dai dumpling agli onigiri, dalla zuppa di miso agli hamburger.
QUI il suo canale Youtube, sotto una delle sue “installazioni culinarie”.

 

Rikimaru Toho invece è un miracolo giapponese.
E’ un misto fra un
clochard e un performer.
Lo trovate il sabato sera sotto la stazione della ferrovia di Shimikitazawa e la domenica al parco di Inokashira.
Cosa fa?
Per 700 Yen legge dei fumetti imitando le voci dei personaggi. E alla fine offre dolci a tutti i paganti.
Sta diventando talmente famoso che ora ha assunto pure un managaer.
Eccolo all’opera:

Gli Under ♦ Covers sono una band occidentale fottutamente geniale. Invece di riadattare il testo giapponese in inglese lo traduce con Google Translate. Il risultato è molto esilarante.
Qui sotto potete ascoltare la loro versione di Pon Pon Pon della mia amata Kyary Pamyu Pamyu.

Infine le mie preferite.
Eccovi le KBG84, idols ottuagenarie che sfanculano tutte quelle ragazzine con le gambe storte e gonnelline sopra il ginocchio.
Che bello avere tempo. E anche due pastiglie di Imodium!

Il Portinaio

merda

TOKYO COSMO

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Candidato ai TBS DigiCon6 Awards, Tokyo Cosmo è un piccolo capolavoro nel panorama degli short anime.
E’ la storia di una semplice ragazza che vive una vita normale, ma con un po’ di fantasia riesce a fuggire per un attimo dalla sua routine quotidiana.
Finale drammatico se lo guardate dal punto di vista del “cattivo”.
Ora cliccate play e gustatevi 5 minuti di felicità…che poi il Giappone, a volte, è così. :-)

Credits:
Director and Computer Graphics: Takahiro Miyauchi
Story and Storyboard: Takuya Okada
Promotion:  Shohei Kitamura

Twitter
twitter.com/okada_takuya

Email
cosmochildren@gmail.com

Il Portinaio

TAKASHI MURAKAMI FLOWER CAFE’

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L’artista giapponese Takashi Murakami è in mostra, con la sua personale “I 500 Arhat”, al museo Mori Art di Roppongi Hills a Tokyo.
Potete vedere le sue opere fino a Marzo. Ma se avete organizzato il vostro viaggio per la prossima estate, non disperate,
Murakami ha allestito un temporary bar: il Flower Cafè.

takashi murakami cafè flower
Rimarrà aperto fino al 31 Dicembre 2016.
In perfetto stile pop art. Il Flower cafè è ovviamente un tripudio dei suoi iconici fiori.
I piatti sono numerati. Alcuni vengono cucinati solo in 20 porzioni. Quindi se arrivate tardi…acqua fresca per tutti. 😛
(QUI il sito)
Nel menù potete trovare cappuccini con il fiori (a soli 5 Euro…ve possino!), hamburger personalizzati (con fiori), frittate fiorite (12 Euro…io ve la faccio per meno di 3 😛 ) e mousse margheritose.

cafè flower murakami
Mi raccomando se qualcuno dovesse capitare da quelle parti non esiti a far il mio nome, magari scatta la sconticino. 😛

Il Portinaio

L’AMORE DOPO LE FESTE (Japan Edition)

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E’ arrivata Mia san e con lei una valigia carica di pasta per zuppa di Miso, patatine ai gamberetti, salsa teriyaki, regalini tradizionali e tante notizie buffe.
In Giappone, mi ha raccontato, è usanza uscire con il fidanzato a Natale. Più che una festa per celebrare Gesù e le offerte di Mediaworld, il 25 Dicembre bisogna trombare.
Ma se sei zittella e non hai nessuno, ma soprattutto non vuoi farti prendere in giro dalla amiche, meglio uscire con il primo che capita.
Il problema sorge quando Natale è passato. Se non sei più innamorata?
Il portale Yahoo Japan ti delle soluzioni geniali.

1: Lasciarlo via Line, il whatsapp giapponese. Evitare comunque di farlo dal vivo.
2: Spiegare allo sfortunato partner le incongruenze caratteriali che si sono manifestate il giorno di Santo Stefano.
3: Confessargli crudelmente che l’avete usato solo per scopo di lucro “natalizio”.
4:  Ammettere che avevate fretta di trovare un ragazzo e siete inciampate su di lui per puro caso. (Grazie comunque per il regalo)
5: Usare la tecnica nipponica del fade out. Ovvero farsi sentire sempre meno, rispondere pochissimo al telefono, negarsi al citofono e rimandare indietro i fiori (che poi è usata in tutto il mondo)

Se invece siete innamoratissimi. Yahoo vi svela i 5 segreti per essere più intimi.

1: Parlare della famiglia. Yahoo suggerisce di partire dal carattere della madre e dai fatti privati dei fratelli e delle sorelle. (Argomento interessantissimo!! Come farla scappare in un nano secondo)
2: Confessare com’eri a scuola e di cosa ti vergognavi. Praticamente ammettere di essere stato vittima di bullismo.
3: Dichiarare se si nascondono imperfezioni nel corpo. (Ad esempio se hai un arto finto, delle cicatrici o dei nei. Non so se i calli e i talloni secchi siano menzionati)
4: Condividere il profumo.
5: Raccontare qualche aneddoto divertente sul tuo animale domestico. (E con questo stai pur certo che non ci sarà nessun accoppiamento!)

Se la famiglia invece è la vostra priorità e non vedete l’ora di festeggiare con loro il capodanno. Ecco cosa dovreste fare secondo i giapponesi.

1: Giocare a carte, tipo a babanuki. Qui sotto un video. (Quanto manca a mezzanotte???)

2: Giocare ancora a carte, ma questa volta a “Karuta” che non è un gioco di parole, ma è un gioco giapponese. (Ho ripetuto la parola gioco troppe volte)

3. Giocare alla Playstation. (Sociopatici)
4. Giocare a scacchi oppure a Othello (Non arrivi manco al brindisi che stai già dormendo)
5 Fare altro: tipo la tombola o congelare per strada facendo volare un aquilone. (Di mangiare non se ne parla!!)

Ultimo consiglio. Quello più importante. Cosa fare la notte di capodanno insieme al partner. (Speriamo ci sia qualcosa di piccante)

1: Andare a vedere l’alba mano per la mano (Forse scatta un bacetto sulla guancia)
2: Andare al tempio (Non scatta niente)
3: (Per le donne) Vestirsi con il kimono (Impossibile da toglierlo se si vuole fare almeno petting)
4: Scambiarsi i buoni propositi per l’anno nuovo (Che poi non si manterranno)
5 Regalarsi un biglietto di auguri (Ma vaffanculo!!!)

In Giappone sono dolci e tenerini, mica ingrifati come noi in Italia, che a capodanno abbiamo una sola usanza, che fa rima con “remare”. 😛

Il Portinaio

“Ma tu cosa hai fatto a Capodanno?”
“Sono andato in Garfagnana”
“Bello?”
“Sì…ho visto che a Lucca fanno corsi di pole dance e se poi ti fai male…”

lucca lucca

IL MISTERO DELLO STRUZZO MORTO IN GIAPPONE

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Portare la mia amica giapponese a casa dei miei è come vivere in un film di Vanzina. Però senza Rolex e puttanoni nudi.
Mia madre come sempre passa la notte in cucina perchè per lei il cibo è sacro. E ha paura che la dea Amaterasu possa punirla per non aver sfamato i nipponici graditi ospiti.

“A che ora arrivate tu e Mariko san?”
“Si chiama Mia!!! E’ 15 anni che viene a casa nostra, possibile che non ti sia entrato in testa il suo nome”
“A che ora arrivate tu e Mario san?”
“La dea Amaterasu ti punirà!”
“A che ora arrivate tu e Materasso san?”

Il menù prevede linguine al ragù, con tanto di bis (visto che ha cucinato ragù per un esercito). Spaghetti alla carbonara con “io il guanciale lo faccio soffriggere a parte con un pochino di latte per renderlo più morbido e meno pesante”.
Patè di fegato d’oca morta fra atroci sofferenze.
Patè di tonno che non voglio saperlo come lo fanno.
Roast beef  comprato in tutta fretta all’Esselunga. Mozzarelle di bufale, patate al forno, ananas, mele, pere, mandarini, avanzi di panettoni e ferrero rocher.

“Volete un po’ di prosciutto?”
“Direi che è abbastanza”
“Chiedi a Maria san se vuole assaggiare ancora un po’ di ragù”
“Mia san!!!”
“E io che ho detto?”

Poi inizia il calvario delle foto.
Mia mamma crede che mostrare il suo album di nozze interessi a tutti e invece è peggio che guardare Colorado su Italia Uno.
Ci ha raccontato tutto.
Che la parrucchiera quel giorno le aveva fatto i capelli croccanti e ricci e lei si è incazzata come una iena, perchè le facevano cagare. Era nervosa. Quindi per coprirsi, oltre al velo, si era messa una cascata di fiori in testa e nelle foto cercava sempre di stare di 3/4.
Mio padre assomigliava a un attore porno.
Poi inizia il travaglio della lista dei parenti morti. Più che un album di nozze è un genocidio.
La mia amica giapponese annuisce, ma si vede che non capisce niente e che lo fa solo per educazione.

“Questa con il cappello blu è mia madre”
“E’ morta!!!!”
“Piantala di sfottermi!”
“Questa grassa è la moglie del fratello di mio padre”
“E’ morta!!!!”
“Finiscila!!!!”
“Invece questo è il papà di mio marito”
“E’ morto pure lui!!!”

La Panini dovrebbe produrre l’album delle figurine dei miei parenti morti, sarebbe un’idea molta carina e divertente. :-)
Mio papà, che è molto silenzioso, ogni tanto esce con qualche battuta che gela tutti. E la mia amica giapponese che non è maliziosa, ahimè non comprende.

“La sera della nozze ho fatto cantare l’Aida a mia moglie”
“Ah lei cantante?”

Dopo questa ho rapito Mia san è l’ho portata lontano dai miei genitori, mentre mia madre per merenda riempiva il cappone con castagne, mele cotogne e ribes.

Mentre fuggivamo mi sono fatto tradurre qualche notizia dai tg giapponesi.
Pare che una delle tragedie che ha sconvolto di più il Sollevante sia stata la morte di uno struzzo.

Un’artista di ceramiche di Nagoya lo teneva in giardino come animale domestico. Nel periodo natalizio doveva andare a far visita aiparenti, così ha chiamato il suo struzzo-sitter di fiducia ed è partito tranquillo e sereno.

“Ricordati di pulire la gabbia due volte al giorno, attento a non dargli le spalle e non fare movimenti bruschi sennò si altera e rischi di morire graffiato dai suoi artigli”
“Non si preoccupi signor artista di ceramiche, mi prenderò cura io del suo uccello africano”
“Arigatou!”

E qui il mistero si fa fitto.
Lo struzzo sitter ha chiamato la polizia dicendo che il volatile era sparito da due giorni.
La polizia è subito intervenuta. Non sia mai che in paese qualcuno si spaventi o peggio che finisca sotto le grinfie di qualche macellaio.
Ma perchè non allertare subito il pronto intervento e aspettare due giorni? Non si curano così gli animali.
La gabbia è stata trovata aperta, forse manomessa da qualcuno.
Magari i sospettati sono i vicini che si erano rotti di vedere cagate industriali grosse come palle da rugby. Oppure è stato il postino, che pare sia fobico degli uccelli.
Oppure potrebbero averlo ucciso dei cani randagi, ma questo non spiegherebbe la gabbia aperta. Ok che siamo in Giappone, ma dev’esserci una spiegazione razionale.
Ho chiesto a Mia san come hanno fatto a trovarlo.

“Lui ucciso da lamen”
“Cosa? E’ stato ammazzato con dei ramen?”
“No lama”
“Maledetti Lama! E come hanno fatto? Con degli sputi?”
“No lame”
“Allora è stato sgozzato?”
“No rami”

Mettiamo le cose in chiaro.
Alcuni spettatori del tg sentendo la notizia del povero struzzo scomparso sono partiti da lontano per andarlo a cercare. Insieme alla polizia hanno seguito le tracce dell’uccello e poi la triste e macabra scoperta.
Dicono che sia morto mentre correva. Per la paura non si è accorto dei rami di un albero e zac! Via la testa!
Dai scherzo. Volevo essere un po’ splatter.
L’hanno trovato con il collo spezzato.
Ma sti giapponesi non me la raccontano lunga. Secondo me lo struzzo sitter voleva venderlo ai koreani per guadagnarci qualcosa.
Il mistero continua.

Il Portinaio

AMBIENTE (The book is on the table)

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Ecco un altro estratto dal mio libro. Abbiate pazienza.
Mi sto divertendo un casino.
Sto rischiando di essere diseredato. Quindi semmai dovesse uscire tutti in libreria, così almeno mi pago un buon avvocato! :-)

CAPITOLO “Non lo so ancora”

Non è male qui. Cioè ho tutto, di che mi lamento?
La casa ha un ampio ingresso con quello spazio per metterci le scarpe. Una sala da pranzo, una cucina abitabile per due nanetti, la camera da letto, la camera degli ospiti, la camera con il pavimento in tatami.
Il bagno, poi, sembra progettato da un alieno. Il gabinetto è dentro uno sgabuzzino. Spesso ho paura di toccare i tasti su quel cyber cesso e di finire in un’altra dimensione. I lavandini sono in bella vista nel corridoio e la vasca… la vasca è un piccolo centro termale che puoi telecomandare dalla cucina. È sufficiente che mia moglie schiacci un tasto vicino al forno e l’acqua parte da sola. Poi una vocina in filodiffusione ti avverte che la temperatura è stata raggiunta. Posso smutandarmi ovunque e tuffarmi nel relax. Ma attenzione, il sapone va usato solo fuori dalla vasca, così vuole il costume giapponese, non sia mai che la mia pelle morta sporchi quell’acqua così limpida.
Viviamo al quarto piano in un palazzo grigio alla periferia di Tokyo, dal balcone si vede una specie di alveare di cemento! Quando esco guardo sempre per terra, per non pentirmi di quanto ho fatto. Di solito sono le 7:05, né un minuto prima né un minuto dopo. Qui gli orari sono un’ossessione. Appena arrivo alla fermata della metro, dopo qualche secondo si palesa mia moglie Mariko.
Lei vuole farmi uscire per primo, perché dice che così mi responsabilizzo e che a far da solo si apprezzano di più gli sforzi. Tanto lo so che lo fa perché ha paura che i vicini pensino che io non mi sia integrato e che non abbia un lavoro “normale”. Quando mi raggiunge, ci salutiamo per la seconda volta. Poi lei sale sul vagone “per sole donne” e io in quello normale con tutti i mutanti di questa città. Solo una volta l’ho costretta a venire con me, ma lei ha paura dei maniaci, di quelli che fanno la mano morta.

Per noi la metro è croce e delizia.
L’avevo incontrata su quella di Roma qualche anno fa. Smarrita e con quella cartina piena di errori, domandava, nel suo inglese elementare, dove fosse il Colosseo. Io l’ho soccorsa, le ho offerto un po’ di acqua gasata dalle macchinette e l’ho accompagnata ovunque. Siamo stati in giro tre giorni, io come una guida, lei come una studentessa. Annuiva, anche senza capire. Mi faceva così tenerezza.
Poi come una rondine è partita e io sono rimasto come uno scemo, sempre in metro ovviamente. Ci siamo scritti per sei mesi e alla fine è ritornata solo per darmi un bacio. Un bacio da fotoromanzo, era più uno sfioramento.
Io ci ho provato a infilarle la lingua, ma lei doveva essersi spalmata la colla centochiodi sulle labbra. Mi sono messo a ridere. Io rido sempre.

Lo faccio per sdrammatizzare. Anche nelle situazioni più disperate ho il bigino personale, con le mie battute migliori. Lei invece stava con il capo chino, i capelli sulla faccia, ci mancava una telefonata sul cellulare e la voce che mi dicesse: “Morirai fra sette giorni”, e il mio incubo giapponese si sarebbe avverato. Invece mi ha chiesto scusa.
Non fai 13000 km per baciarmi e poi chiedermi scusa. In quei sei mesi avevo studiato un po’ di giapponese, ma l’unica cosa che ricordavo era “Stronza mi passi uno stuzzicadenti?”. Le ho preso la mano e l’ho riportata in albergo, si è inchinata per ringraziarmi e quando si è alzata, con le mani ho afferrato il suo viso e l’ho baciata veramente.

 

“Questo è un bacio Mariko”

 

È andata via manco l’avessi ravanata sotto la maglietta. Ora ho capito questa fascino per le lolite timide. Però il mio sangue pugliese, vittima delle sessioni settimanali su Youporn, mi ricordava che se per un bacio avevo aspettato sei mesi, per tutto il resto ci sarebbero voluti anni.
Ma avevo anche dalla mia parte il senso di colpa cattolico, un’entità romantica latente e una famiglia di diabetici. Quindi l’unico che maneggiava lo zucchero ero io.
Il mio diavolo tentatore mi sussurrava all’orecchio: “Se la giapponesina ha fatto questo viaggio per te, vuol dire che è la persona giusta”, mentre l’angelo meridionale continuava a ripetermi: “Mogli e buoi dei paesi tuoi”.
Avevo chiamato mia mamma per raccontarle di questa nuova frequentazione. Forse non avrei dovuto farlo. Con loro sono meglio le cose a fatto compiuto. Quella è gente che avalla ancora la fuitina, che buca i lobi delle bambine di tre anni e che mi ha costretto per decenni a versare litri di salsa di pomodoro nelle bottiglie di birra Peroni.

(continua)

Il Portinaio

In copertina sono ritratti lo shiba inu Kikuchiyo con il suo amico gatto Torajiro
Potete trovare il suo blog QUI

 


SHIMONETA (Porno Terrorismo)

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Io ho tanti parenti, questo si era capito dai miei post.
Non abbiamo un albero genealogico, ma piuttosto una foresta ammazzonica.
Annovero ogni genere di parente, dal medico all’operaio, dall’aspirante calciatore alla casalinga disperata. Non ho assassini, ma assasinati (non vi dico la tragedia), non ho pornostar, ma porno terroriste.
Una mia cugina mi diceva spesso che le piaceva provocare la gente. Non sessualmente, ma verbalmente.
E’ una che alza la voce per farsi sentire.
Una volta dal parrucchiere si è messa a raccontare che suo padre, insieme al mio e al loro amico poliziotto, si rinchiudevano in casa a guardare i film pornografici.
Io ero piccolo e quindi non potevo replicare, ma le clienti iniziarono a scappare dal negozio ancora con i bigodini in testa. Non so perchè lo facesse, forse era una sovversiva della rettitudine, oppure gliel’aveva ordinato il medico.
Io subivo, quasi fossi sotto un regime morale. Stavo semplicemente zitto.
Un’altra volta ha aggredito l’amante del fidanzato di sua madre (essendo vedova si era rifatta una vita) e non vi dico gli epiteti che le sono usciti dalla bocca. Ma d’altronde quella si chiamava Ilona e il gioco era persino facile.

shimoneta-89

In Giappone sono passati decenni da quando le espressioni sessuali sia nel pubblico che nel privato sono state bandite.
Tutta la popolazione ha l’obbligo di indossare un micro terminale, un pace-maker informatico chiamato “Pm” e, sotto la “legge per la sana educazione della morale pubblica”, conduce una vita sana senza parolacce o termini lussuriosi.
Grazie all’uso di questo marchingegno e alla severa legislazione contro la pornografia il Giappone ha raggiunto una disciplina senza uguali al mondo
Niente sexy shop, giornaletti o vibratori.
Ma alcuni adolescenti si sono opposti a questo regime e al grido di “Caxxo” sfidano i benpensanti lanciando materiale porno e cercando di informare i verginelli su come ci si accoppia.
Inzia così Shimoneta 下ネタという概念が存在しない退屈な世界 letteralmente “Un mondo noioso dove il concetto di battute sconce non esiste”.
Ayame è la protagonista femminile (che poi è sicuramente mia cugina) capo terrorista e pervertita  del gruppo SEXO.
Il suo nome in codice è “blu del campo innevato” e si nasconde dietro un paio di mutandine da donna. Credo sia più volgare di mia madre quando racconta le sconcerie che faceva in gioventù con mio papà e persino di mia zia, che una volta durante una cena natalizia confessò che suo marito eiaculava solo facendo il verso del trenino.
Shimoneta è un cartone bizzarro, dove ragazzine hanno acconciature che ricordano il glande e il fallo assomiglia sempre a un fungo, ma denuncia una realtà come la censura e soprattutto il falso moralismo. Vedere per credere.
In quanto al comprtamento lascivio dei miei famigliari, beh ormai me ne sono fatto una ragione. Senza di loro non avrei materiale per il blog! 😛

Il Portinaio

Ps Lo potete guardare in streaming “legalmente” sul canale VVVVID cliccando QUI

JAPAN ALERT

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Un virus chiamato Medusa, in grado di pietrificare chiunque venga infettato colpisce il mondo intero.
Un’azienda privata seleziona 160 persone per ibernarle allo scopo di trovare una terapia e salvare il genere umano. Ma al loro risveglio succede un finimondo peggio che durante il black friday in America.
Sopravvivono sette persone, tra cui un italiano. Un politico corrotto che fa subito una brutta fine. Inizia così King of Thorn un cartone animato ormai datato, che mi è capitato di vedere durante le mie notti insonni.
Ci vedono così i giapponesi?
E’ notizia di oggi che il ministro dell’economia nipponica Akira Amari ha rassegnato le dimissioni per uno scandalo di tangenti. Tiè! Hai visto? Chi di spada ferisce di spada perisce.
Poi meglio non entrare in ambito politico perchè sennò perdiamo 10 a 0.
E’ noto che i giapponesi quando vengono colti con le mani nella marmellata si umilano davanti a tutti chiedendo scusa per poi scomparire dalla faccia del pianeta.
Mentre da noi sbocciano margherite per via di una primavera travestita da inverno, in Giappone nevica. Ovunque. Persino a Tokyo.
Il mio amico Andrea continua a dare calci sugli angoli del letto perchè quest’anno ha speso 1000 Euro per una tavola da snowboard, ma l’unica cosa che può fare adesso è usarla come asse da stiro.
A Sapporo sono scesi sei metri di neve. A Milano invece devi cambiarti la camicia due volte al giorno perchè il collo si sporca di particolato carbonioso. Sapporo si trova alla stessa latitudine di Perugia.

Il signor Hoshinchu ha lanciato su Kickstarter (piattaforma di crowdfunding) il progetto dei Bonsai volanti.
Immaginatevi piante che fluttuano in casa vostra, come nei film di fantascienza. E soprattutto cani impazziti che non riusciranno a pisciarsi sopra! 😛
Ecco il video.

Ma per una notizia divertente che corre in rete ce n’è una un po’ triste. Il Giappone ha accettato solo 27 rifugiati nel 2015, che confronto a noi sono bazzecole.

Secondo quanto ammesso dal ministero giapponese solo 3 delle 5 domande pervenute da cittadini siriani sono state accolte. Un’inezia, se si pensa ai 4 milioni di persone in fuga dal dilaniato paese mediorientale. Sempre dal ministero, si è resa nota l’approvazione delle richieste d’asilo presentate da 6 afghani, tre etiopi e tre cittadini dello Sri Lanka. Un vero è proprio “balzo” in avanti rispetto agli 11 status di rifugiato concessi nel 2014 (quando le richieste ricevute arrivarono a quota 5mila) e ai 6 del 2013.
Inoltre, riferisce sempre il ministero, il Giappone ha rilasciato 79 permessi di residenza temporanea per motivi non strettamente umanitari. Stando ai dati dell’Agenzia Onu per i Rifugiati sono 2419 i profughi attualmente “reinsediati” sul suolo giapponese.
(via Termometropolitico)

Il Portinaio

LUPINISSIMO (Non ho guardato Sanremo)

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Mi si è fulminata la Tv! Veramente!
Domani mi tocca andare al Mediaworld a cercare qualcosa di economico, perchè non posso perdermi la finale di Sanremo.
Lo so che potrei guardarlo su internet, ma ho fatto le 3 per due giorni di fila, quindi stasera meritato riposo.
Nel frattempo ecco cosa mi sono perso.

E’ stato presentato lo scorso 3 Febbraio presso il centro commerciale Isetan Shinjuku Store la linea Lupinissimo in Isetan 2016.
Abiti di haute couture per festeggiare la nuova serie di Lupin ambientata in Italia e l’anniversario dello Store.

La linea è prodotta dalla collaborazione fra l’azienda italiana Tagliatore, nota per la sua sartorialità di lusso e quella giapponese Tailor & Cutter.
Un vero e proprio omaggio ai personaggi di Monkey Punch.
Visto i prezzi dei capi non possiamo certo di parlare di Cosplayer.
Il completo di Lupin: giacca blu brillante, pantaloni grigi skinny e camicia viaggia intorno ai 270000 Yen, poco più di 2000 euro.

outfit lupin
Quindi i poveri si dovranno accontentare dei cinesi.

Se il vostro personaggio preferito è quell’infallibile occhio di falco di Jigen, dovrete investire qualcosa come 1700 euro. Il suo dark suit + camicia costa 230000 Yen.

lupinissimo isetan jigen

Se vi piace di più il look di Zenigata, con quell’allure anni 70 e l’inconfondibile impermeabile meglio vendere prima la Panda della mamma. Abito, cappotto e camicia 660000 Yen. Fate voi i conti!

lupinissimo isetan zenigata

Più originale, secondo il mio gusto, è il kimono maschile di Goemon. Disegnato da Kisaburo, giovane stilista di abiti tradizionali giapponesi, (QUI il suo Instagram) il dress code è formato da un Haori in fantasia, (kimono coat) un hakama (gonna pantalone) il kimono e i famosi sandali sori. 362000 yen per essere uguali al famoso samurai. La katana dovete procurarvela da soli e non voglio responsabilità se vi macchiate con il sangue. 😛

lupin isetan goemon

Nel caso rimaneste a bocca asciutta  potete deliziarvi al ristorante Agio al settimo piano del Centro Commerciale con un menù ispirato al ladro gentiluomo.
Spaghetti con polpette (ricetta rubata da Lupin III il castello di Cagliostro) cioccolatini personalizzati Caffarel, un pinot nero di San Marino o un misero cappuccino.

cappuccino cioccolato isetan

Ah! Dimenticavo gli outfit migliore: la giacca di pelle nera di Fujiko e l’abito cocktail del nuovo personaggio del cartone animato Rebbecca Rossellini, solo per le cattive ragazze!

lupin isetan fujiko leather jacketlupin isetan rebecca rossellini
Comunque se andate da H&M spendete meno! (Ma io non vi ho detto niente!)

Il Portinaio

MAMAKITERU (La cosplayer che voleva vivere nel mondo di Junji Itō)

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Bravissima e di nicchia.
Mamakiteru è un’insolita cosplayer. Impersona solo mostri, fantasmi e vittime dei fumetti di Junji Itō.
Junji è un mangaka specializzato in storie horror. Tomie è la sua opera più famosa, da cui sono stati tratti otto film.
Mamakiteru è bravissima con il trucco. La sua specialità e replicare la pagina del fumetto con tanto di movimento ed espressione. Roba che Tale e Quale Show diventa subito festa di paese.
Guardare per credere. :-)

Qui sembra mia mamma quando dal parrucchiere chiede un taglio “sbarazzino”.

mamakiteru
Mia cugina dopo il botox.

mamakiteru
Idem come sopra.

mamakiteru

mamakiteru

Mia mamma fa sempre così quando pulisco il tavolo. Appare da dietro come una morta e indica dove c’è l’alone! 😛

mamakiteru
Poi questa è la fine che faccio io quando confondo l’anticalcare con il liquido delle lenti a contatto.

mamakiteru cosplayer

Questa assomiglia a mia zia quando mi vede al citofono il giorno di Natale.
“Maledetto ragazzino. Lo so che è venuto per avere i miei risparmi. Ora gli butto un vaso in testa. Non avrai il patrimonio di famiglia!!”

mamakiteru cosplayer
Infine la mia vicina di casa quando è stata beccata mentre buttava il vetro nel bidone della plastica.

mamakiteru
Io amo Mamakiteru. Seguitela su Twitter QUI.
E’ tutto.

Il Portinaio

3.11 (Ricordami)

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E invece, inutile negarlo, la memoria si sta allontanando, e ho già dimenticato troppe cose.
Nello scrivere seguendo i RICORDI come faccio adesso, a volte vengo preso da una terribile angoscia.
All’improvviso mi assale il dubbio di stare perdendo la memoria delle cose più essenziali.
Il dubbio che tutti i miei ricordi più preziosi, accumulati in qualche zona buia del mio CORPO, in una specie di limbo della memoria, si stiano trasformando in una MASSA fangosa.
Però, comunque siano ridotti, sono l’unica cosa che possiedo. Così continuo a scrivere tenendoli stretti, questi ricordi imperfetti che si fanno sempre più sbiaditi. Ma è l’unico modo che ho di mantenere la PROMESSA fatta a Naoko. E poi, più i ricordi di Naoko sbiadiscono DENTRO di me, più sento di capirla.
Oggi capisco anche la RAGIONE per cui mi pregò di non dimenticarmi di lei.
Naturalmente lo sapeva benissimo. Sapeva che PRIMA o poi in me il suo ricordo avrebbe cominciato a sbiadire. Ed è per questo che mi aveva PREGATO: “Non ti dimenticare mai di me. Ricordati sempre che sono esistita”

(Norwegian Wood – Haruki Murakami)

pray for japan
Per esempio, adesso che cammino attaccata forte a te, non ho nemmeno un po’ di PAURA.

Ogni parola in rosso è un link. Per non dimenticare.
Il Portinaio

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